Papa Francesco rilancia un patto educativo globale con un videomessaggio trasmesso in diretta su Vatican news nel corso di un evento nell’Aula Magna della Pontificia università Lateranense.
250 milioni di bambini in età scolare esclusi da ogni attività formativa. 10 milioni di bambini che potrebbero lasciare la scuola a causa della crisi economica generata dal coronavirus. È una “catastrofe educativa” e il contesto in cui il papa rilancia un patto educativo globale. Il virus della pandemia non è solo sanitario, ma anche socio-economico. Ha messo in luce un disorientamento generale del sistema-mondo che evidenzia come in crisi sia «il nostro modo di intendere la realtà e di relazionarci tra noi».
Con un lungo videomessaggio trasmesso da Vatican News (guarda il video dal minuto 32 circa) papa Francesco palesa la sua passione educativa, è stato professore di letteratura e psicologia, e cerca una soluzione alla rottura del patto educativo nella società.
«Noi riteniamo – dice il papa – che l’educazione è una delle vie più efficaci per umanizzare il mondo e la storia. L’educazione è soprattutto una questione di amore e di responsabilità che si trasmette nel tempo di generazione in generazione».
Per questo bisogna coinvolgere «tutte le componenti della società» per andare incontro alle nuove generazioni afflitte «da depressione, dipendenze, aggressività, odio verbale, fenomeni di bullismo», come fatti di cronaca accaduti anche in Italia, dall’omicidio di Willy Montero fino a Emanuele Morganti dimostrano.
«Nella storia esistono momenti in cui è necessario prendere decisioni fondanti» che possano dare una prospettiva per il futuro. «Riteniamo – ribadisce il papa – che sia questo il tempo di sottoscrivere un patto educativo globale per e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l’umanità intera, nel formare persone mature».
Il papa si auspica nuovi paradigmi che superino le «semplificazioni eccessive appiattite sull’utilità, sul risultato (standardizzato), sulla funzionalità e sulla burocrazia che confondono educazione con istruzione e finiscono per atomizzare le nostre culture; piuttosto ci è chiesto di perseguire una cultura integrale, partecipativa e poliedrica». Per superare le frammentazioni esistenti occorre il coraggio «di ricreare il tessuto di relazioni in favore di un’umanità capace di parlare la lingua della fraternità» perché le buone pratiche educative si misurano «dalla capacità di incidere sul cuore di una società e di dar vita a una nuova cultura».
Infine il papa lancia un appello in 7 punti rivolto ad ognuno in ogni parte del mondo perché la responsabilità è personale in tutto il pianeta. Si rivolge agli uomini e alle donne della cultura, della scienza e dello sport, agli artisti, agli operatori dei media, affinché stringano un patto per farsi «promotori dei valori di cura, di pace, di giustizia, di bene, di bellezza, di accoglienza dell’altro e di fratellanza».
Aderire al patto educativo richiede:
Primo punto: «mettere al centro di ogni processo educativo formale e informale la persona, il suo valore, la sua dignità, per far emergere la sua propria specificità, la sua bellezza, la sua unicità e, al tempo stesso, la sua capacità di essere in relazione con gli altri e con la realtà che la circonda, respingendo quegli stili di vita che favoriscono la diffusione della cultura dello scarto».
Secondo: «ad ascoltare la voce dei bambini, dei ragazzi e dei giovani a cui trasmettiamo valori e conoscenze, per costruire insieme un futuro di giustizia e di pace, una vita degna per ogni persona».
Terzo: «a favorire la piena partecipazione delle bambine e delle ragazze all’istruzione».
Quarto: «a vedere nella famiglia il primo e indispensabile soggetto educatore».
Quinto: «a educare ed educarci all’accoglienza, aprendoci ai più vulnerabili ed emarginati».
Sesto: «a impegnarci a studiare per trovare altri modi di intendere l’economia, di intendere la politica, di intendere la crescita e il progresso, perché siano davvero al servizio dell’uomo e dell’intera famiglia umana nella prospettiva di un’ecologia integrale».
Settimo: «a custodire e coltivare la nostra casa comune, proteggendola dallo sfruttamento delle sue risorse, adottando stili di vita più sobri e puntando al completo utilizzo di energie rinnovabili e rispettose dell’ambiente umano e naturale secondo i principi di sussidiarietà e solidarietà e dell’economia circolare».
Patto a cui è possibile aderire scrivendo qualsiasi reazione al messaggio di papa Francesco, idea o proposta all’indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Anche nel campo educativo siamo sulla stessa barca e ci salviamo solo insieme. «Così – conclude il papa il suo videomessaggio – dobbiamo andare avanti noi: tutti insieme, ognuno come è, ma sempre guardando avanti insieme, verso questa costruzione di una civiltà dell’armonia, dell’unità, dove non ci sia posto per questa cattiva pandemia della cultura dello scarto».
FONTE: CITTÀ NUOVA